
FERMO Il consiglio comunale di Fermo riparte da dove s’era interrotto nell’ultima seduta. Martedì 8 luglio, infatti, l’assise tornerà a riunirsi, partendo dalla mozione sull’interruzione volontaria di gravidanza la cui votazione non s’era tenuto. Un mese e mezzo fa, infatti, è mancato il numero legale per la validità del consiglio, che è stato interrotto al momento della votazione della mozione. Al punto 4 dell’ordine del giorno torna infatti la mozione è per “l’applicazione della delibera Aifa in materia di accesso all’ivg farmacologico nelle Marche, il potenziamento dei consultori pubblici e la piena applicazione della legge 194”. Quella presentata dal consigliere Nicola Pascucci del gruppo “La città che vogliamo”.
«Torniamo in consiglio – spiega Pascucci – dopo quello che è successo nell’ultima seduta, quando è mancato il numero legale con il consigliere Bargoni, quindi con la maggioranza. E a quel punto ci siamo sentiti defenestrati. Fisicamente saremo seduti dall’altra parte. Questa volta, dopo aver visto quello che c’è stato in città, io mi aspetto un atteggiamento molto più consono al tema e al ruolo di consiglieri comunali». Ribadisce che è in gioco la salute della donna. «Spero – aggiunge il segretario della Lista – che questa volta si possa davvero dare mandato al sindaco affinché si confronti con l’Ast di Fermo e l’assessore regionale Filippo Saltamartini per chiedere come mai non viene applicata la legge e quindi garantito questo diritto alle cittadine». Prima della discussione dello scorso maggio, nella precedente consiliatura, era già stata presentata un’analoga mozione. «Da quel 15 maggio scorso – rileva Pascucci – la situazione non è per nulla migliorata, anzi, è pure peggiorata. Non ci è piaciuto che la colpa sia stata addossata tutta a noi. Abbiamo portato un tema importante in consiglio, reale, da cui è scaturita però una questione politica a causa del centro destra che ha fatto mancare il numero legale». Si riferisce a quando il consigliere Bargoni ha chiesto la verifica del numero legale e poi, alla chiama, non ha risposto.
La mozione, si ricorda, è stata firmata oltre che da La città che vogliamo, anche dal Movimento 5 stelle, dai consiglieri Pd e da quelli di Fermo Capoluogo. «A noi – aggiunge Pascucci – non interessa la bagarre politica, ma vogliamo che le cittadine fermane possano usufruire anche dell’ivg con il mezzo farmacologico. Non cadremo nella trappola di discussioni morali, perché quello che chiediamo è l’applicazione della legge». Nessuna posizione ideologica, la loro, quindi, lo dice espressamente: «Noi vogliamo solo l’applicazione della legge, vogliamo sapere perché non viene applicata. Anche perché se non piace si può modificare o servirsi dello strumento del referendum. Ad Ascoli si può praticare l’Ivg farmacologica. Il sindaco è tutore della salute del comune di cui sindaco. E quello di cui parliamo è un problema sanitario».
Chiara Morini
In copertina il gruppo de La città che vogliamo