Di Chiara Morini

FERMO Serve. detassare il lavoro, perché gli sgravi, da soli, non possono aiutare le aziende: occorre dunque integrare con un emendamento la legge sulle aree di crisi complessa. È questo il succo dell’incontro svoltosi nel tardo pomeriggio di oggi ed organizzato dal Pd provinciale. Alla presenza di associazioni di categoria, della Cgil, con la partecipazione dei candidati Pd alle prossime elezioni regionali, si è parlato dell’area di crisi complessa, e di come estendere i provvedimenti per favorire gli investimenti, previsti al sud, anche all’area di crisi complessa. Ad affrontare l’argomento la sottosegretaria al Mise, Alessia Morani, insieme al Senatore Francesco Verducci e alla presidente della Provincia, Moira Canigola.

L’area di crisi complessa

Gli onori di casa fatti dal segretario provinciale del Partito Democratico, Fabiano Alessandrini, e poi la storia che ha portato ad ottenere l’area di crisi complessa del Fermano-Maceratese, ripercorsa dalla Presidente Canigola. Un percorso condiviso fin dal primo giorno, una tavola attorno cui si sono sedute le associazioni di categoria, i sindacati, per parlare con una «voce unica alle istituzioni. Così è stato più semplice ragionare in maniera più proficua con la Regione, con l’assessore Cesetti, il Consigliere Giacinti. Li ringrazio perché ci hanno dato attenzione e così abbiamo potuto avere il riconoscimento dell’area di crisi complessa». Un successo che, riconosce lei stessa non si poteva avere senza il Senatore Verducci.
La necessità di rendere appetibile il territorio e per farlo bisogna risolvere nodi non trascurabili, come «infrastrutture, costo del lavoro e altri aspetti».
«La Regione ha creduto fortemente nell’area di crisi complessa – conferma l’assessore regionale uscente Fabrizio Cesetti – ci tengo però a precisare che non nasce come un banale progetto di sostegno al settore, perché solo con quello avremmo già perso».

Le possibili soluzioni

Cosa fare dunque? «Pelli e calzature da sole non riescono a rilanciarsi, occorre trovare una via di sviluppo che tenga conto anche di agroalimentare, turismo e cultura» precisa Cesetti. Risolvere il problema infrastrutture innanzitutto, con terza corsia e maremonti per esempio, e ogni altro intervento volto a far si che gli investimenti avvengano «da Ascoli verso nord e i soldi non finiscano tutti in Abruzzo» la precisazione di Cesetti.
Non poteva esserci ospite più titolata a parlare dell’argomento, quale Alessia Morani. Inizialmente accanto a lei avrebbe dovuto sedere il ministro per il sud Giuseppe Provenzano, che però è rimasto bloccato e non è riuscito ad arrivare a Fermo. «La Morani ha assunto le deleghe alle aree di crisi – la precisazione del Senatore Verducci – il Governo deve impegnarsi a detassare il lavoro. Ora insieme alla Morani stiamo scrivendo gli emendamenti».

Regione e Governo insieme per l’area di crisi

30 i milioni in campo per il Fermano/Maceratese, «15 nostri – il punto della sottosegretaria Morani – e 15 messi dalla regione che ha dimostrato il suo interesse per il territorio. Per quanto sia massimo l’impegno messo in campo fino ad ora, non abbiamo di certo finito». Ne spiega il motivo: le problematiche del territorio si sono intrecciate con quelle del sisma e, rileva la Morani, «i problemi si stanno capovolgendo in opportunità. Nel decreto agosto sono stati inseriti 110 milioni destinati alla zona franca urbana. Guardate che la detassazione da sola non basta, servono uno sviluppo integrato, infrastrutture materiali ed immateriali. Risorse possibili con il recovery fund». Delle materiali già è noto, per le immateriali si punta alla digitalizzazione delle imprese. E in chiusura la Morani parla anche di elezioni: «Non possiamo permetterci di avere al governo regionale chi non è amico dell’Europa. Con tutto il dovuto rispetto, se si cambiasse amministrazione ci vorrebbero un paio di anni solo per capire a che punto si è arrivati».

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